Il Papa invia un suo delegato da Francesco.
I frati di San Francesco, chiamati <<romiti penitenti>>, erano conosciuti non solo in Calabria, ma anche altrove, sia per i prodigi che il Santo operava e sia per la loro Regola di vita che prescriveva l'astinenza totale dalla carne e dai suoi derivati.
Durante il suo Pontificato, il Papa Paolo II aveva visto sorgere molti Ordini religiosi, i cui frati volevano vivere di estrema povertà, in contrapposizione allo sfarzo e al lusso della Chiesa.
La vita di penitenza che conduceva San Francesco e i suoi seguaci non era stata mai praticata in modo così rigido, tanto che cominciò a destare sospetti perfino a Roma.
Fu
inviato in Calabria una persona di fiducia del Papa.
E'
inutile soffermarsi sull'identità di questo inviato pontificio;
di sicuro partì da Roma ad arrivò a San Lucido, un paesino
vicino Paola, dove risiedeva l'Arcivescovo di Cosenza.
Quest'ultimo,
cominciò a discutere con il delegato pontificio della santità
di Francesco e delle sue virtù.
Dopo
alcuni giorni, il delegato si recò a Paola per conoscere personalmente
questo frate penitente.
Di
buon mattino entrò in chiesa dove si stava celebrando la Messa;
vicino all'altare c'era un frate profondamente assorto nella preghiera:
era san Francesco.
Il
prelato avanza verso di lui per baciargli le mani, ma Francesco lo ferma
dicendo che avrebbe dovuto baciare Lui le sue mani, consacrate da trent'anni.
Senza
averlo mai conosciuto, il Santo sapeva che quel sacerdote aveva ricevuto
l'Ordinazione proprio trent'anni prima.
Il
prelato rimase molto meravigliato, ma Francesco lo invitò ad andare
nella sua cella nuda e, poichè faceva molto freddo, fece portare
un braciere.
L'inviato
del Pontefice, cercò di convincere Francesco che era troppo austera
la vita di penitenza che conduceva e che proponeva ai suoi fraticelli.
Il
Santo, allora, prendendo in mano i carboni ardenti, cercò di fargli
capire che a Dio niente è impossibile e quindi si potevano fare
dei sacrifici per il suo Amore.
Il sacerdote era molto soddisfatto di ciò che aveva visto e di come lo aveva sentito parlare, per cui ripartì per Roma per recarsi dal Papa, il quale ascoltò il racconto dell'inviato e decise di approvare canonicanente l'Ordine dei Romiti.
Purtroppo,
però, nel luglio 1471 il Papa morì e la comunità eremitica
non potè ricevere quell'approvazione.
Il
riconoscimento canonico dell'Ordine avverrà nel 1473.